Sabato 18 ottobre, nella suggestiva cornice di Villa Giulia in Verbania, durante l’anteprima dell’evento Artemisia, si è tenuto un interessante momento di confronto dedicato al turismo – e in particolare al Garden Tourism. Un tema che evidenzia come i giardini stiano diventando sempre più una proposta attrattiva capace di “regalare” esperienze autentiche, soddisfacendo pubblici diversi e sempre più attenti alla qualità del tempo e dei luoghi.
Un turismo che cambia, alla ricerca di esperienze da vivere e non solo di luoghi da visitare: con queste premesse si è aperta la conferenza, che ha visto alternarsi sul palco relatori esperti in differenti ambiti, ampliando così il dibattito e offrendo prospettive complementari.
Andrea Cottini, moderatore dell’incontro e direttore dei Giardini Botanici di Villa Taranto, ha guidato il dialogo approfondito tra i protagonisti della giornata.
Sono interventuti come relatori Stefania Cerutti, dip. DISSTE Università Piemonte Orientale, che, illustrando i contenuti di una recente pubblicazione scientifica di cui è stata autrice, ha illustrato come i giardini non siano solo luoghi in cui “fare belle passeggiate ammirando la natura” ma luoghi da vivere: generatori di valore anche economico, in cui fare esperienze diverse, luoghi di educazione e sostenibilità, luoghi di cultura, che raccontano storie vissute. Una nuova forma di turismo che entra nel profondo aprendo i giardini a nuove possibilità da scrivere e sviluppare.
Matteo Montebelli, responsabile Ricerche e Pubblicazioni del Centro Studi del Touring Club Italiano, ha presentato dati e tendenze del turismo contemporaneo, raccontando come questo fenomeno sia cambiato negli anni: dalle nuove abitudini dei viaggiatori ai luoghi emergenti, fino ai moderni modi di esplorare e vivere il mondo. Nella relazione ha in particolare modo evidenziato come l’Europa rimanga il continente più attrattivo, con un 52% di turisti complessivi, ed una panoramica che posiziona l’Italia tra i primi Paesi. In questa panoramica è stato evidenziato come il turismo balneare stia affrontando una crisi, e invece le zone montuose siano diventate più attrattive, una conferma di interesse per le città d’arte con sovraffollamento in alcuni periodi (solitamente estivi), anche se la stagionalità è in calo. Questo intervento ha dato un interessante sguardo sull’evolversi del turismo e dei “gusti” dei turisti, da cui prendere spunti per creare nuove opportunità.
Judith Wade, fondatrice di Grandi Giardini Italiani, ha condiviso con il pubblico in sala la sua storia e quella del network che Ella stessa ha costruito a partire dal 1997. Un’organizzazione culturale che, oggi, rappresenta un network di 150 giardini tra i più belli d’Italia, non un elenco di giardini ma una selezione delle eccellenze. Grazie a Grandi Giardini Italiani, Judith Wade ha rivoluzionato l’idea e la percezione dei giardini, aprendoli al pubblico e sostenendone lo sviluppo, facendoli diventare una risorsa culturale fruibile non solo per gli esperti botanici ma per chiunque ne avesse curiosità. Grazie alle sue competenze ha dato il via ad un nuovo modo di vivere il giardino, organizzando eventi, mostre e permettendo ai proprietari di far percepire a pieno diritto i loro giardini anche come patrimonio culturale.
Ha concluso la sessione della mattina Vanessa Mineo, vice-Presidente del Distretto Turistico dei Laghi, parlando del progetto intitolato Soul Gardens e di turismo sostenibile e consapevole.
Un viaggio tra i giardini e le dimore storiche che hanno aderito al progetto, facenti parte del territorio di competenza del Distretto, attraverso la loro storia, le loro fioriture e paesaggi naturali che richiamano un turismo lento capace di trasportarti in una dimensione più intima che la bellezza di questi luoghi è in grado di trasmettere.
Durante il pomeriggio si sono susseguiti una serie di short talk moderati da Stefania Cerutti, dip. DISSTE Università Piemonte Orientale, al termine dei quali si sono sviluppati interessanti interventi e condivisioni con la platea di pubblico presente:
Claudio Zella Geddo e Samuel Piana, nell’intervento dal titolo La Coscienza del Giardino: da patrimonio contemplativo a modello per il turismo rigenerativo hanno illustrato le origini dei giardini, dal concetto, che risale al 5000 a.c e si sviluppa fino al concetto dei giorni nostri Una panoramica poetica e letteraria, una visione diversa del giardino.
Piera Migliore, il suo intervento “Un Fiore in Valigia” , ha raccontato il Lago Maggiore dell’800, come luogo di esperienze femminili di viaggio, in cui i giardini e i paesaggi si trasformavano in erbari e diari di emozioni e conoscenze botaniche acquisite. Viaggi e modi di costruire identità culturali.
Pietro Nova, nello short talk “I giardini botanici come Paesaggio Culturale”, ha presentato i giardini partendo dalla loro primissima identità nel Medioevo. Un intervento volto all’analisi dei giardini botanici non solo come spazi scientifici ma come paesaggi culturali in cui arte, architettura, storia e natura si intrecciano. In linea con il Green Tourism, Pietro ha analizzato come i giardini possono essere ripensati a luoghi da vivere.
Roxana Popusoi nel suo approfondimento dal titolo “Garden Tourism e Conservazione della Biodiversità”, ha illustrato attraverso il progetto “Mosaico della Natura” , un intreccio tra arte e biodiversità illustrando i giardini come un palcoscenico in cui turismo sostenibile, educazione ambientale e vita attiva si fondono al loro interno. Evidenziando anche le criticità, una su tutte i limiti legati alla stagionalità.
Xenia Abramovich, dottoranda del Politecnico di Milano, nel suo intervento “Verbania come giardino vivente”, ha approfondito il contesto urbano in cui si trovano i giardini. Dalle infrastrutture, al traffico, alla mobilità pedonale, ma non solo, considerando anche l’ambiente circostante, il tutto ripensato in connessione per una nuova valorizzazione che sfrutta tutto il potenziale circostante per un turismo esperienziale amplificato.
Siria Moroso, il suo intervento dal titolo Giardini e turismo rurale, ha analizzato come i giardini possano contribuire alla “risoluzione” di alcuni problemi legati al turismo, come eccessivo sovraffolamento in pochi punti, la stagionalità e la brevità dei soggiorni. In questa spiegazione si evidenzia come i giardini possono essere un luogo di creazione di nuove esperienze che attirano il turista creando maggior valore e differenziandosi dalle “solite mete conosciute”.
Per maggiori approfondimenti:
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Short Talks > presentazioni











